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Guardando avanti....

10 gennaio 2007

Tra stragi e guerra globale, fanatismi e chiacchiere

QUALCUNO MI SPIEGA CHE COSA ASPETTARSI ANCORA ????!
Un pensiero che nasce spontaneo oggi, tra i risvolti inquietanti di mille crisi e liti di vicinato che si trasformano in assurde tragedie, la mano "giustiziatrice" americana che estende la guerra "globale" alla Somalia senza avere soluzioni alcune per nessuno dei numerosi altri fronti di battaglia, le discussioni di politica interna che non vanno al di là del "tutti contro tutti anche se all'interno della stessa coalizione", i dibattiti che succedono all'infausta ed ennesima applicazione della pena di morte (vedi S.H., feroce dittatore ed assassino che si é riusciti anche a trasformare in "eroe"!!!!) che ancora una volta toglie credito al diritto internazionale, a procedimenti giuridici esterni ad interessi politici di parte, e non permetterà di andare a fondo e svelare tutto quanto stava dietro alla storia del Rais........
io mi aggrappo ai settimanali di controinformazione, alla cultura, ai segni di speranza concreti che vedo più che altro nelle persone che ancora di preoccupano e si prendono cura degli altri, al briciolo di ragione che mi rimane per non sprofondare nel mutismo più totale di fronte a tutto questo e molto di più...................

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Quanto mi trovo haimé tristemente d'accordo, ma per fortuna non tutto è perduto. La politica ci circonda e circonda gli errori di un mondo che è il nostro mondo, patrimonio della nostra generazione ma col quale facciamo fatica ad immedesimarci. Per fortuna abbiamo ancora con noi un'arma senza eguali, l'Arma che fa dell'uomo l'animale diverso...la parola. Il mondo dell'indifferenza ci frana addosso ogni giorno di più ma qualcosa ci resta sempre a dimostrare la diversità come accezione positiva, ci resta la capacità e la possibilità di dire qualcosa, di urlare al mondo il nostro disappunto.
E cosa può cambiare? Forse nulla ma non è certo una ragione per abbandonare il diritto acquisito di dire cosa pensiamo e di far valere il disgusto per un mondo in cui non è possibile riconoscersi.
Che fare allora per combattere contro un sistema che si può permettere di rifiutare il protocollo di Kyoto mentre ancora piange i disastri di una natura in rivolta? Forse poco ma non è certo un buon motivo per lasciare che la vita ci scorra addosso senza voler alzare la testa per dire NO.

Cri ha detto...

I momenti "senza parole" si superano proprio confrontandosi con chi condivide valori, percorsi, ragionamenti....e nel mio caso, tu sei da ormai un bel pò di tempo uno di questi!!
e poi, mi sono presa il "diritto acquisito" di parlare anche attraverso questo Blog ancora poco frequentato ma comunque strumento che almeno é voce di quello in cui credo!